Vincenzo Ammaliato. “Guardando quel video raccapricciante ho provato un sentimento di disgusto nei confronti dell’azione barbara del branco di giovani. Ma adesso che sono stati arrestati, anche loro avranno l’opportunità di cambiare vita. E sarà solo una propria scelta se restare fedeli all’odio e alla sopraffazione del più debole, piuttosto che condurre un’esistenza dignitosa e rispettosa verso tutti, soprattutto se stessi.”. A parlare della rapina dello scooter a un rider dell’altra notte a Napoli è Francesco Rej, giovane pizzaiolo del rione Sanità, località nelle viscere della città partenopea, che s’indigna fino alle lacrime, perché nella scelleratezza di quei giovani vede ciò che ha rischiato di essere anche lui e che sarebbe potuto restare per sempre. Francesco oggi gestisce una pizzeria e dà lavoro a una dozzina di giovani del suo quartiere, ma da adolescente stava prendendo nel senso anche letterale del termine una brutta strada. Aveva fatto anche alcuni scippi. Per questo ha pagato, si è pentito e ha ricominciato d’accapo. “Il mio bivio, quello che mi ha consentito di rinascere e comportarmi come giusto sia – racconta Francesco – è stato proprio il momento del fermo di polizia. In quella occasione la mia vita ha incrociato persone che hanno investito in me, semplicemente perché un’opportunità bisogna darla a tutti. Mi hanno insegnato che chiunque ce la può fare, basta che lo desidera. Mi hanno consentito di riprendere gli studi che avevo lasciato alle medie. Mi hanno dato calore familiare, seppure non avevamo vincoli di sangue, senza chiedermi nulla in cambio. Ho iniziato prima a lavorare come pizzaiolo. Poi, ho comprato il locale che gestisco ormai da quasi dieci anni insieme a mia moglie. E la soddisfazione più grande, anche prima del volto compiaciuto dei clienti quando assaggiano le pizze che sforniamo, è quella di poter offrire un lavoro regolare a tanti ragazzi del mio quartiere. Perché tutti devono avere 

un’opportunità”. A Napoli le pizzerie, come i ristoranti e i bar, per il contrasto alla pandemia possono effettuare solo consegne a domicilio. Dal locale di Francesco partono ragazzi in scooter uno dietro l’altro. Ma non per predare i deboli. In spalla hanno pizze fumanti. “Si guadagnano la giornata onestamente – racconta il loro datore di lavoro – e questa è la vera Napoli, la mia città. Non quella del branco dell’altra sera, non più quella”.