18 settembre 2008, ore 19.55 è un giovedì sera di fine estate. Il popolo dei tifosi azzurri attende con trepidazione il fischio d’inizio di Napoli – Benfica la partita d’andata del primo turno di Coppa uefa. A Napoli, in via Duomo, tutto è pronto per celebrare, da li a poche ore, il miracolo di Santo patrono….
A Castel Volturno, nella frazione di Baia Verde, un uomo di 53 anni, Antonio celiento, è in attesa di clienti nella sua sala giochi che gestisce. A entrare sono in quattro. Quattro sicari che gli esplodono contro 60 colpi da tre diverse armi da guerra. Settanta minuti dopo gli stessi uomini piombono all’interno di una sartoria etnica gestita da africani di Lago Patria, l’Ob Ob Exotic Fashion. A terra restano sei corpi inermi e 128 bossoli. La sera della strage di San Gennaro è il fil rouge di un racconto-diario fatto da un giornalista che ha scelto di confrontarsi con una realtà dove il disagio non è un concetto asstratto, ma reale. Come i sette morti di una mattanza dimenticata dai “bianchi” e, paradossalmente, dagli stessi “neri”.